2014-12-23 08:00:00

Per fare un po' di chiarezza....

"Le vertenze avviate dalla scuola e dall’intero settore del lavoro pubblico contro il nuovo blocco dei rinnovi contrattuali hanno questo senso e questo segno: non la rivendicazione corporativa di interessi circoscritti, che nel contesto prima illustrato qualcuno potrebbe aver buon gioco a definire privilegi, ma la volonta di utilizzare anche la leva contrattuale in direzione di obiettivi che sono di interesse generale e hanno valenza strategica per il sistema Paese.
Nel settore privato, nonostante la crisi e con la responsabile azione di rappresentanza svolta dalle organizzazioni sindacali, si stanno rinnovando i contratti nazionali, anche con innovazioni importanti e per niente scontate: basti pensare, ad esempio, al ruolo assegnato alla contrattazione aziendale in tema di retribuzione della produttivita .

...Ma noi siamo parte della spesa pubblica, quindi non possiamo eludere le implicazioni che i nostri stipendi, i nostri contratti hanno sul bilancio dello Stato e alla dinamica della spesa. Il contenimento della spesa pubblica, che nel 2014 sara di 810 miliardi, e una priorita del Paese. Un impegno che non si puo eludere.

Tuttavia, serve un’analisi approfondita delle voci di spesa, dalla quale emergono dati molto significativi, in particolare uno: mentre l’aggregato della spesa pubblica e in progressivo aumento, la parte di spesa legata alle retribuzioni dei dipendenti pubblici e in costante flessione. Dal 2010, anno in cui e stato introdotto il blocco della contrattazione, al 2013 la voce di spesa e scesa di 8 miliardi, consegnando al risanamento oltre mezzo punto in termini di rapporto spesa/Pil. Nell’anno 2013, l’incidenza della spesa per redditi sul PIL e stata del 10,5 %, come nel 2012, in calo rispetto agli anni passati. Era infatti all’11,3% nel 2009, all’11,1% nel 2010, al 10,7% nel 2011.
Le dotazioni organiche nel settore pubblico sono il frutto di quanto resta dopo quattro anni di blocco del turn-over: dal 2006 al 2012, ce lo dice il conto annuale 2013, si sono persi complessivamente 310.000 posti di lavoro. Le misure annunciate per favorire il ricambio generazionale (sblocco progressivo del turn-over e abolizione del trattenimento in servizio) danno prospettive di assunzione per 70.000 lavoratori, ma il dato va confrontato con le 128.000 cessazioni previste da qui al 2018, il che significa un ulteriore taglio di 57.000 posti di lavoro.
E' di 164 miliardi l’impatto finanziario complessivo del personale pubblico, ma non si tratta delle retribuzioni, perche nelle tasche dei lavoratori vanno in realta meno di 118 miliardi. Di questi, una fetta importante riguarda il personale non contrattualizzato, che costituisce complessivamente il 18% del personale pubblico e assorbe una spesa di 26 miliardi (magistratura, carriera diplomatica e prefettizia, docenti universitari, vertici militari). Se poi consideriamo che i dirigenti (il 6,4% del personale contrattualizzato) da soli assorbono una spesa di oltre 14,9 miliardi, cioe il 12,6% della spesa totale per retribuzioni lorde, ne consegue che la spesa per retribuzioni lorde dei dipendenti pubblici contrattualizzati supera appena i 71,5 miliardi (74,5 se si considerano anche i lavoratori a tempo determinato e formazione lavoro)"...

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